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lunedì 28 dicembre 2015

La chiusura di A.Bari

Con questo mio (ultimo) intervento vorrei chiudere l’esposizione del mio pensiero riguardo al problema del tesseramento alla SCIRA di chi fa la Fancup...

Innanzi tutto mi scuso con chi non ha ricevuto la mia precedente email, ma Vittorio (che ha girato quella di Giovanni) ha messo in CCN i destinatari per cui ho copiato e incollato gli indirizzi da una vecchia email. Mi sono poi accorto che questi erano la metà di quelli a cui solitamente giungeva la corrispondenza, per cui rimando a tutti l’intervento di Giovanni, la mia risposta e, ovviamente, la mia chiusura.
Per rispettare l’impostazione data da Vittorio a questo thread manterrò gli indirizzi in CCN, anche se non capisco il perché.

Nella mia email di due giorni fa rispondevo a Giovanni e alle sue osservazioni riguardo alla poco frequentata riunione di lunedì scorso sull’ormai arcinoto argomento del pagamento delle quote SCIRA da parte di quel gran numero di Fancazzisti che, pur svolgendo attività di regata nell’ambito della classe Snipe, non ne fanno parte. L’argomento è stato sollevato in Assemblea Nazionale da un Capitano di Flotta e a livello di Board da parte del Segretario della SCIRA Internazionale. L’oggetto di questa email riporta fedelmente quello di Giovanni.

Dopo le mie considerazioni di due giorni fa vorrei concludere con l’unico punto che non ho finora affrontato: cosa succede se Vittorio non chiede la tessera SCIRA ai Fancazzisti e pertanto metà dei partecipanti alla Fancup non la pagano?
La risposta è semplice: niente. Non succede niente. Il Capitano di Flotta e il Segretario Nazionale non hanno molte armi in mano per esigere il pagamento della quota. L’unica è  vietare la partecipazione alle regate FIV da parte di chi non è socio. Ma questo ovviamente non interessa i Fancazzisti, che alle regate ufficiali FIV non partecipano, neppure a quelle del proprio circolo.
Peraltro, il nostro Statuto non prende neppure in considerazione l’ipotesi che qualcuno possa non pagare. L’attuale Segretario e il 90% dei Capitani di Flotta sono persone tranquille, che tirano avanti la carretta più o meno bene, ma che non amano le rogne e i conflitti.
Cosa potrebbe succedere nel caso che il prossimo Segretario sia meno tranquillo e magari sia un po’ più aggressivo o ami i conflitti? Niente, ovviamente. I Fancazzisti potrebbero continuare a fare le regate del mercoledì senza pagare la tessera SCIRA in quanto il Segretario non avrebbe comunque armi legali per obbligarli ad iscriversi. Salvo poi rivalersi sulla Flotta e sulla Velica al momento di assegnare le regate. In questi ultimi anni la Velica ha ottenuto più regate importanti di qualsiasi altro Circolo in Italia, e questo perché è la Flotta più numerosa e il Circolo più ospitale. Ma se la polemica da strisciante diventasse palese e sostenuta da più parti, le ripercussioni si farebbero sentire soprattutto al momento di decidere il calendario, in quanto le regate vengono assegnate per votazione e i voti sono proporzionali al numero di barche iscritte.
Ma questo ai Fancazzisti non interessa molto in quanto non partecipano alle regate della Velica e quindi per loro cambierebbe poco.
Contrariamente allo Statuto italiano, la Costituzione della SCIRA, che ha ovviamente valore anche da noi, ha una sezione, la 13, che prende in considerazione anche questo genere di casi.
Tra questi vi sono “l’insoddisfacente osservanza delle regole, […] la violazione delle regole costitutive della Classe, degli obblighi e delle norme” e quindi anche il mancato tesseramento di chi fa regate.
Nell’ultima riunione del Board, tenutasi in dicembre, il caso dei Fancazzisti e del loro mancato pagamento delle quote è stato posto all'attenzione dal Segretario della Classe Internazionale. Come Presidente del Comitato Tecnico ho glissato e sono riuscito a smorzare i termini tanto è vero che la discussione sull’argomento si è fermata lì. Ma la stessa persona a partire dal 1° gennaio sarà Vice Commodoro e se in un prossimo Board il problema verrà nuovamente posto all’attenzione o addirittura all'ordine del giorno non posso garantire che in una eventuale votazione le cose possano filare lisce.
Cosa potrebbe succedere? Potrebbe succedere che venga revocata l’autorizzazione alla Flotta Punta Indiani. Lo scenario è radicale ma non fantascientifico.
Questo però, ne sono consapevole, non interessa molto la metà dei Fancazzisti che non pagano la quota in quanto, dato che non sono iscritti, che la Flotta esista o meno per loro cambierebbe poco.
Questo è il vero punto di forza di Vittorio, che gli ha  finora permesso di mettersi su un piedistallo e dire agli altri: “il problema è vostro trovate voi una soluzione". Per lui e la Fancup, comunque, non cambierebbe niente. Magari ci rimetterebbero la Velica e la Flotta Punta Indiani, che rispettivamente ospitano la sua manifestazione e sono garanti del fatto che le regate si svolgano ad armi pari, ma la Fancup resterebbe indenne.
Magari non potrebbe più sostenere che fa promozione alla Classe Snipe o non potrebbe più apparire sui media ufficiali dello Snipe, ma potrebbe continuare ad esistere.
Forse...

Antonio

Allego le precedenti email per chi non le avesse ricevute.

Da Giovanni Musso
A: destinati nascosti
Oggetto: Delusione!

Mi sono permesso di aggiungere un “oggetto” adeguato, che ben rappresenta il mio spirito dopo la riunione di lunedì scorso... avendo rinunciato a una serata di auguri, con gli amici con cui pratico sci-alpinismo (la vela non è tutto), per una serata inconcludente.

Mi permetto di esprimere anche il mio punto di vista, per quanto magari impreciso per la scarsa esperienza nel settore, ma oramai... Fancazzista convinto!

Ebbene:
- vero che Vittorio ha mantenuto le sue posizioni (ma consentimi Vittorio, poco argomentate nel difenderti dagli “attacchi”, come già mi sono permesso di dirti)
- Cap. Zua poco convinto...
- Antonio che dopo un po’ se ne va gridando a Vittorio frasi del tipo “SEI FUORI!”  e facendo auguri a tutti a denti mooolto stretti!
A questo punto... due chiacchiere tra i rimanenti, fine della (brutta) serata.

Devo dire che mi ha molto colpito il fatto che noi altri presenti, per quanto pochi pochi invero, non siamo stati nemmeno presi in considerazione!
E ciò, mi ha ancor più amareggiato.

Ora, alcune mie osservazioni, per quanto abbia già espresso il mio parere sulla precedente mail (per correttezza, devo dire che Antonio mi ha urbanamente risposto, anche in privato... ma non sono convinto)
Vedrei la questione sotto due aspetti, pratico e formale.
Aspetto pratico:
- la Fancazzisti esiste
- è un’espressione di base, fuori dall’ufficialità
- consente una pratica “di massa” dello sport (che io sempre approvo, al di fuori delle élite di alto livello)
- se mette in acqua più barche delle regate ufficiali, è evidente che risponde all’esigenza di una grossa fetta di Snipisti (IMPORTANTE: le associazioni esistono per rispondere alle esigenze delle persone, non viceversa!)
Aspetto formale:
- la Scira vuole che i partecipanti siano iscritti, ma a parte ciò che dice il suo stesso regolamento, può farlo?
- in Scira non tutti sono di quella opinione (mi è parso di capire) e allora perché Cap Zua e Antonio stanno “dall’altra parte”, pur partecipando sempre alla Fancazzisti?
- la Fancazzisti non è classificabile in nessuna delle attività previste da FIV e Scira, mi pare...

Ma nessuno (Cap. Zua e Antonio, ci siete?) ha risposto alla mia domanda: è in base all’art.6 che la Scira si arroga il diritto di chiedere l’iscrizione?
“...Per poter partecipare alle attività sia sportive (per esempio, partecipazione a regate) che organizzative dell’Associazione ciascun socio, proprietario e non, deve essere iscritto ad una flotta ed essere in regola con in contributi associativi annuali....”
E’ evidente il riferimento alle “...attività..... dell’Associazione...”
Ma la se Fancup non lo è, allora dov’è il problema?

E poi: quanto costa?
Qualcuno mi ha detto 20 Euro (si potrebbe dire: e vabbè)
Poi Cap. Zua mi dice 35, ma forse 50, si ma se consideri barca, timoniere e prodiere fanno 75: ma scherziamo?

Condivido pienamente il riferimento di Antonio alla necessità della “presenza” nella vicenda della Velica, di cui queste attività dovrebbero essere comunque un’emanazione, mi auguro però che il Direttivo, che mi pare ampiamente “Fancazzista”, tenga conto anche delle opinioni di chi non è iscritto alla Scira e non vuole esserne obbligato...

Dimenticavo, importante: l’unica proposta costruttiva è venuta proprio da Vittorio, che propone una tessera da “amatore” a costo quasi simbolico, che risolverebbe il problema...
Questa soluzione, secondo me:
- potrebbe avvicinare alla Scira anche i meno interessati
- permetterebbe lo svolgimento regolare di qualunque attività con il Beccaccino, soddisfacendo i “pruriti” della Scira più esigente
- non costerebbe nulla alla Scira, che non darebbe nulla a questi iscritti, ma incasserebbe comunque qualcosa e soprattutto un riconoscimento “morale” (che si addice a un’Associazione con la “A” maiuscola)


Condivido appieno il sentimento di delusione di Giovanni dopo la poco felice serata di lunedì in quanto, invece di un tentativo di avvicinamento delle posizioni, c’è stata una vera e propria radicalizzazione che certo non aiuterà a risolvere la questione.
Mi permetto però di rispondere punto su punto alle osservazioni di Giovanni che sono in parte imprecise, probabilmente per scarsa informazione anche se, nelle innumerevoli email da me scritte sull’argomento, ho sempre cercato di spiegare nel modo più chiaro possibile la situazione vista dal lato SCIRA.
Ritengo, in primo luogo, che l’affermazione di Giovanni riguardo al poco ascolto dato ad alcuni dei presenti sia del tutto infondata. Non mi pare che ad alcuno sia stato impedito di parlare. Chi ha voluto ha espresso la sua idea, chi non ha voluto ha taciuto. Sarebbe stato bello ascoltare altre campane, ma tranne quelle dei soliti le altre non hanno battuto alcun rintocco.
Ribadisco, in secondo luogo, che mai nessuno, né a livello personale né come associazione SCIRA, ha mai obiettato alcunché riguardo alla Fancup, manifestazione che per una serie di circostanze tra cui le capacità organizzative di Vittorio, la posizione del Lago di Caldonazzo, la presenza di una flotta numerosa di Snipe concentrata in un unico Circolo, non ha e non può avere eguali nel resto d’Italia. Anzi, la Fancup è sempre stata additata come esempio a qualsiasi livello tanto che, per ben due volte, Vittorio è stato nominato Snipista dell’anno proprio dai soci della SCIRA.
Quindi, ovviamente, il problema non è la Fancup in sé stessa.
Che sia una manifestazione di base è lapalissiano. Non condivido che sia fuori dall’ufficialità, in quanto ha un regolamento, un punteggio, una classifica, una quota di iscrizione e tutti i partecipanti sono soci di un circolo sportivo e associati alla Federazione Italiana della vela. ‘unica cosa che manca è la presenza di un PRO. Ma è a tutti gli effetti una manifestazione strutturata, che dura 5 mesi, con appuntamenti fissi e non una veleggiata tra amici che si incontrano casualmente e decidono di fare due bordi sul lago, come ad esempio i vari Classe A che sfrecciano d’estate schivando i lenti beccaccini.
In più, la manifestazione ha un certo risalto sui media in quanto, oltre che sul blog personale di Vittorio, la Fancup appare sul sito della Classe Snipe Italiana, su SnipeToday e su Snipe Bullettin, l’organo ufficiale della SCIRA internazionale. E a ragione, in quanto è una manifestazione unica nel suo genere.
Fin qui tutto bene, almeno fino a tre anni fa, quando per partecipare alla Fancup era obbligatorio essere soci SCIRA e, addirittura, concorrevano al punteggio anche le regate svolte fuori da Caldonazzo, con un notevole incentivo al tesseramento e alla partecipazione alle regate.
Poi il regolamento è via via cambiato, le regate esterne hanno perso valore ed è stato tolto l’obbligo dell’iscrizione alla Classe. Tutte decisioni assolutamente legittime. Chi organizza una manifestazione ha il sacrosanto diritto di stilare il regolamento che ritiene più consono al suo successo.
Non è però cambiato il modo di pubblicizzare la Fancup, con il consueto ricorso agli organi ufficiali della Classe, sia a livello nazionale che internazionale.
Questo però ha suscitato la reazione di alcuni capitani di flotta che hanno più volte sottolineato come in una manifestazione Snipe molti dei partecipanti non figuravano tesserati, richiamando gli obblighi previsti dalla Costituzione della SCIRA Internazionale e dallo Statuto della SCIRA Italia.

Qui la prima obiezione. Chi dà il diritto alla SCIRA Italiana di pretendere l’iscrizione ai partecipanti alla Fancup?
Per spiegarlo, l’ho già fatto ma lo ribadisco, parto da lontano. La SCIRA è una Associazione di proprietari di Snipe che si è costituita nel 1932 per gestire l’attività organizzata con quel tipo di imbarcazioni. Quale attività gestiva, e gestisce, la SCIRA? Nella Costituzione è specificato quando si parla di attività di regata e attività organizzativa all’interno della Classe. Non certamente l’attività estemporanea, libera o occasionale di chi ama andare a spasso o fare due bordi in compagnia. Ma credo che la Fancup, per quanto espresso sopra, non si possa assimilare ad attività estemporanea o occasionale ma piuttosto alla regata.
La Classe Snipe è stata riconosciuta dalla IYRU come Classe Internazionale nel 1956 e la SCIRA ha la la delega da parte della Federazione Internazionale della Vela (attualmente ISAF) a gestirne l’attività. Quale attività? Quella compresa nella Costituzione della Classe, ovviamente. All’ISAF interessa la parte agonistica non quella amatoriale, ma la Classe Snipe nella sua Costituzione è molto più generica.

Chiariti i principi giuridici che autorizzano la SCIRA a richiedere l’associazione a chi pratica attività “di regata” con lo Snipe credo che si possa capire come ci sia chi stigmatizza l’operato di Vittorio e, di riflesso, del capitano della Flotta Punta Indiani che non ottempera a quanto previsto dallo Statuto dell’Associazione, soprattutto in una nazione, come l’Italia, che è assolutamente virtuosa nel pagamento delle quote da parte dei suoi membri.
Ci si potrà chiedere se questa puntigliosità non sia eccessiva, o dettata dall’invidia, o addirittura illegittima. Alle prime due domande posso rispondere con un “forse sì”, alla terza purtroppo devo rispondere “no". E rispondo “no" come presidente del Comitato Internazionale delle Regole della SCIRA e quindi come persona deputata ad interpretare, chiarire, spiegare e risolvere i dubbi sul Regolamento della Classe. L’attuale Costituzione della SCIRA e lo Statuto della SCIRA Italia danno appiglio a questa contestazione.

Con questa situazione arriviamo a lunedì quando, dopo settimane di silenzio nelle quali ha fatto solamente girare le opinioni degli altri, Vittorio ha finalmente espresso compiutamente la sua posizione personale.
Cerco di riassumerla come l’ho capita (anche perché Vittorio non ha lasciato alcuna traccia scritta del despota-pensiero).
1. Vittorio ha volutamente scelto di “tirarsi fuori” dalla SCIRA per polemica e per porre all’attenzione del Segretario Nazionale la problematica connessa con la Fancup (immagino la questione del tesseramento di chi non fa regate ufficiali sotto l’egida FIV);
2. Vittorio sostiene che la SCIRA pretende il pagamento della tessera, ma non offre nulla in cambio;
3. Vittorio accusa Silvano di non averlo adeguatamente difeso in Assemblea Nazionale a fronte dell’accusa di non far pagare la tessera ai partecipanti alla Fancup.
Nelle parole di Vittorio non ho colto altro. Se sono stato distratto fatemelo notare segnalandomi altri punti.
Provo quindi a rispondere alle argomentazioni esposte iniziando dalla fine e cioè dal punto 3.
Silvano non ha difeso Vittorio (o, meglio, il fatto che Vittorio non chieda l’associazione alla SCIRA a chi partecipa alla Fancup) semplicemente perché, da un Capitano di Flotta, Vittorio non è difendibile per le ragioni che sono state esposte prima. O, meglio, non è difendibile la posizione di chi organizza regate con lo Snipe senza richiedere il tesseramento alla Classe e per di più pubblicizza la manifestazione, nella quale più di metà dei partecipanti non sono soci, utilizzando i canali ufficiali dell’Associazione. La Spagna, in stile e con numeri certamente più ampi, ha fatto lo stesso nel recente passato e questo ha causato una valanga di critiche da parte dei Segretari Nazionali Europei che sono giunte fino all’Assemblea Generale nella quale è stato votato un documento nel quale si stigmatizzava il comportamento di quella nazione.
Silvano è stato accusato da Vittorio di essere il responsabile del mancato tesseramento dei partecipanti alla Fancup, ma sinceramente l’accusa mi sembra fuori luogo. E’ chi organizza la manifestazione che deve inserire l’obbligo del tesseramento. Se l’obbligo non c’è, con quali armi il Capitano può pretendere il pagamento? Quanti soci della Velica pagherebbero la tessera FIV se questa non fosse inclusa nella quota sociale? Solo quelli che fanno regate per le quali è richiesta, ovviamente… ma dato che è obbligatoria, tutti la pagano.
Passo quindi al punto 2. La tessera FIV almeno dà dei benefici. L’assicurazione infortuni, gli sconti sull’acquisto dei libri di una collana dedicata al mare, alcuni sconti presso compagnie assicuratrici o di viaggi e sull’acquisto di materiale Harken (bisogna però andare fino a Padenghe per trovare un negozio convenzionato). La tessera SCIRA non offre niente in cambio della quota annuale (per Giovanni: le quote sociali sono sul sito, 20€ la persona, 35€ la barca).
La SCIRA, essendo una Associazione di persone che condividono una comune attività, vive solamente con le quote dei soci. Nessun contributo esterno. Nessuno all’interno della SCIRA riceve un compenso.
Come Associazione eroga dei servizi ai propri soci. In primo luogo stila e mantiene un regolamento che permette a tutti di regatare ad armi pari. Compresi i Fancazzisti. Si preoccupa di formare gli stazzatori che verificano che le barche siano conformi ai regolamenti. Esempio unico i tutto il panorama velico, gli stazzatori SCIRA in Italia non chiedono alcun compenso per il loro lavoro. In qualsiasi altra classe la misurazione delle vele, il peso della barca, la verifica del momento di inerzia e quant’altro relativo alla stazza della barca sono a carico del proprietario. La SCIRA Italia non chiede il costo della tessera a chi ha meno di 21 anni, ma paga la relativa quota alla Segreteria Internazionale. Sempre la SCIRA Italia ha in essere una convenzione con una compagnia per l’assicurazione RC degli Snipe. Eroga contributi alle Società veliche per l’acquisto di Snipe (facilitazione utilizzata anche dalla Velica). La SCIRA internazionale sostiene le spese per l’organizzazione di clinic e allenamenti nei vari Paesi tenuti da snipsti di altissimo livello. Poi, naturalmente, gestisce un sito internet, mantiene aggiornato l’archivio degli iscritti, pubblica una rivista nella quale si parla anche della Fancup e si loda l’operato del suo deus-ex-machina e tante altre cose ancora.
Con che soldi la Classe paga tutto questo? Con quelli dei soci. Più soci, più servizi. Più soci, maggior peso in seno alla FIV e all’ISAF. Più soci, più peso la Flotta Punta Indiani all’interno della SCIRA. Più peso, più regate importanti assegnate alla Velica. Ma questo, alla maggior parte di chi fa la Fancup non interessa. Giustamente, perché la Fancup è divertimento, è ritrovarsi con gli amici, è la spaghettata del mercoledì dopo le regate. Appunto, dopo le regate. Ma se la Fancup non porta iscritti alla SCIRA, che vive e offre servizi ai propri soci in base a quanti soci ha, che promozione fa la Fancup allo Snipe?
E qui affronto il punto 1 del Vittorio-pensiero. La SCIRA è una associazione altamente democratica, nessuna decisione è presa in autonomia da una singola persona, le cariche sono elettive e hanno una scadenza, dopo di che vanno lasciate (per inciso, ho fatto approvare una modifica della Costituzione che pone un termine anche alla carica che occupo io, finora l’unica rimasta potenzialmente “a vita”). Le modifiche ai vari Regolamenti possono essere proposte sia dall’alto (il Board o il Comitato per le Regole), sia dal basso (i Segretari Nazionali o i Capitani di Flotta). Tutte le proposte vengono pubblicate, discusse dalla base e alla fine portate in votazione all’interno del Board. Se qualsiasi socio ritiene che qualche regola non sia chiara, giusta, equa o sia discriminante può contattare il capitano di Flotta, il Segretario Nazionale, un membro del Comitato per le Regole o del Board e chieder che la regola venga modificata. Magari anche facendo una proposta dettagliata indicando le modifiche e il loro perché. Negli ultimi 11 anni (prima da Stazzatore capo poi da Presidente dell’IRC) non ho visto alcuna proposta sulla modifica del tesseramento e dello status di socio.
Ogni associazione cresce se i membri concorrono al suo miglioramento. In caso di contestazioni è più proficuo proporre attivamente il cambiamento piuttosto che porsi al di fuori e pretendere che siano gli altri a fare il primo passo. Se si suggerisce una ipotesi di cambiamento è più facile che venga discussa e valutata piuttosto che  porsi al di fuori ed esigere una proposta da parte degli altri.
Vittorio può fare il despota con la Fancup, che è la sua creatura, può deciderne il regolamento, i punteggi, anche la quota di iscrizione se lo ritiene, ma non può porsi su un piedistallo, contestare le regole di una Associazione e chiedere che siano gli altri a risolvere la questione. Se ha una proposta, la presenti, completa, organica, dettagliata. Se non ce l’ha, segua le regole che le altre migliaia di soci hanno accettato. E’ per questo che, quando me ne sono andato, ho detto a Vittorio “sei fuori”. Perché non può fare il despota anche in una classe in cui vige il dialogo e la democrazia.

Antonio

PS: per Giovanni
Antonio partecipa alla fancup perché si diverte. Finché non sarà vietato ai soci SCIRA di iscriversi parteciperà. Non c’è nessun astio verso la fancup, anzi. Bella invenzione, anche se non originale in quanto a Caldano esiste una formula identica da 20 anni. Quello che Antonio non approva è il regolamento perché, sia come semplice socio che come Presidente dell’IRC, vorrebbe che le regole della Classe venissero rispettate.
Le regole riportano:
Costituzione SCIRA internazionale
Sezione 3-Finalità. Promuovere le regate di Snipe, regolamentate in modo da assicurare che tutte le barche abbiano le stesse possibilità di competere in regata.
Sezione 4-Giurisdizione. L’Associazione avrà la giurisdizione su tutte le attività dello Snipe […]

Posto che la Costituzione è stata approvata dall’ISAF la Classe può operare in base ad essa.
Se ciò non fosse succederebbe come con l’Assolaser, la cui la competenza  è stata revocata in quanto lo statuto non era conforme alle direttive della FIV.
Se poi si vuol dimostrare che nella fancup non si fanno regate lo si può sempre cercare di fare.

Non è mai successo che nella SCIRA non sia stata discussa una proposta di cambiamento di regole. Proposte da parte di Vittorio non ne ho mai ricevute, se non vaghi accenni a quote ridotte lunedì scorso. Ma una proposta deve essere organica e completa, considerare a chi viene applicata la tal regola, come cambia la qualifica di socio per chi ha una tariffa diversa, quali sono le esclusioni e le esenzioni, quali le regole da eliminare. Se ricevessi una proposta di tal portata la potrei sottoporre al vaglio del Comitato Tecnico che, se ritenuta positiva, la potrebbe proporre al Board per la discussione. Ma finché ci si "tira fuori” per provocazione e non si fanno proposte concrete le regole non si possono cambiare, posto che finora né al Board né al Comitato Tecnico sono giunte richieste di modifica dello status di socio.

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Antonio Bari
via Veneto, 24   I-38122 Trento
tel. +39 0461 913001
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skipe  ToniBari
email antonio.bari9@gmail.com






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