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sabato 25 gennaio 2014

Presto nei cinema: All is lost





 "All is lost"
film di JC Chandor con Robert Redford
          che uscirà nelle sale il prossimo
                         6 febbraio...
Un film di mare emozionante, atipico per vari motivi. Un unico protagonista umano, senza nome, colui che nel copione veniva indicato come “Nostro Uomo” (espressione che ricorda l’etimologia della parola nostromo)...
Tre i principali protagonisti non umani: la natura (l’oceano, la terra è assente), una barca (la Virginia Jean, per gli specialisti un Cal 39, bella barca da crociera degli Anni ’70, tipicamente americana), e un container caduto da una nave (un fatto alquanto verosimile, anzi, questo tipo di incidente purtroppo accade sempre più spesso). La storia: la legge di Murphy e i suoi derivati
In solitario, Nostro Uomo, un formidabile Robert Redford, sta attraversando l’Oceano Indiano. Non si sa nulla di lui. La barca non è di prima giovinezza, lo skipper neanche. A 1.800 miglia da Sumatra, nel bel mezzo dell’oceano, la sua barca urta un container che provoca una falla sulla fiancata, un’importante via d’acqua che inizialmente lo skipper riesce a risolvere, prima di dover affrontare una burrasca che causa il naufragio e la perdita della barca. Un naufragio involontario, quindi. Bella e fondamentale differenza con l’esperienza di Alain Bombard sul suo canotto L’hérétique, nei primi Anni ’50. Una storia, come sottolinea il Giornale della Vela “di quelle classiche come quelle che abbiamo letto avidamente nella letteratura di mare”.
In pratica, la successione di prove vissute dal navigatore può essere interpretata come un’illustrazione della legge di Murphy, quella che recita che ”se qualcosa può andar male, lo farà”.
Il fatto è che questa legge con le sue varie interpretazioni e corollari, non è soltanto umorismo, gusto del paradosso, ma ha conseguenze filosofiche. In particolare il così detto teorema di Ginsberg secondo il quale, in alcuni casi: 1. Non puoi vincere, 2. Non puoi pareggiare e 3. Non puoi nemmeno abbandonare. Siccome la “Murphologia” si verifica spesso e volentieri a bordo di una barca a vela, che sia in regata o in crociera, basterebbe saperla. E anticipare.

Il pubblico di velisti non mancherà di notare qualche incongruenza. Nulla di troppo esagerato, anzi, il registra dimostra di aver grandi conoscenze in questo settore. E sono tanti gli spunti da segnare nel campo della sicurezza, da questo punto di vista ci vediamo anche un lato quasi didattico.
Avventura, thriller psicologico, fiaba filosofica? Difficile, se non impossibile classificare questo film molto originale, in cui Redford conferma la sua statura di attore immenso. Sicuramente da vedere nelle sale oscure, senza aspettare che passi in televisione, per approfittare in pieno della notevole fotografia. Da vedere, senza dubbio, magari non con il compagno o la compagna che state cercando di convincere a salire a bordo con voi per le prossime vacanze… Scherzi a parte, è un film che sa sfruttare quella che è in effetti la vita in barca. E cioè un concentrato della vita stessa, né più, né meno, ma con una densità maggiore, nei momenti belli come in quelli difficili.
Poi ognuno interpreterà il finale come vuole, rispondendo alla domanda: davvero tutto è perduto?
courtesy Christophe Julliand


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