Herbert mi ha chiesto di scrivere due righe di resoconto; se scritte da un locale sarebbero forse potute sembrare un po’ di parte; da un foresto non è così. Non ho altri aggettivi per descrivere questo weekend di vela e vacanza pura. In due giorni mi sono rigenerato come non mi succede in due settimane.
La Velica Trentina, gemellata con Molveno, ha deciso di riprendere la tradizione di questa regata, ai piedi delle dolomiti del Brenta, che non si disputava da molto tempo. Io ne avevo sentito solo parlare dal Renato Bruni, che lo descriveva come il più bello dei laghetti trentini. Personalmente fra Caldonazzo, Ledro e questo non so fare una classifica ma, dato che Caldonazzo e Ledro sono i posti in cui vado più volentieri in assoluto……
Parto da Ledro il venerdì col mio nipotino americano, che si spara l’ultima regatina prima di tornare a casa. Il percorso, salendo da Riva, il lago di Tenno, il Ballino, per chi, come me non l’ha mai fatto, è meraviglioso. L’arrivo molto suggestivo, con queste montagne imperiose che dominano il lago.
Il posto è il top del relax; la sera si dorme con 16 gradi; di giorno sole piacevolissimo, acqua fredda che sveglia.
L’organizzazione è quella tipica della Velica; non manca niente. Con soli 40 sacchi di iscrizione ci sono due pranzi prima della regata e una super-cena al ristorante. Nonostante la mancanza di una sede Circolo, abbiamo attrezzature comodissime (docce, servizi, baretti, etc) a un passo dalle barche. Per chi sta a terra: spiaggia, mini golf, pedalò, campo da basket, acqua-fun, etc etc.
Le regate sono bellissime da vedere anche dalla riva. La partenza è con barca giuria piantata sulla spiaggia e boetta di disimpegno.
Flotta consistente: 3 equipaggi green-line, ovvero con prodiere tredicenne (Marco Piazzus, che porterà il padre alla vittoria – complimenti!, Fabio Casarini a prua della nuova Ferrari del babbo, mio nipotino Henry-Enrico alla fine della sua vacanza italica).
4 equipaggi matrimoniali (Emer-ito, PallaOro, i Pisetta, gli Huber). 4 Grand-Master (Giuliano che farà secondo, Bruni Sr., Motta, Herbert), Vittorio Bortolotti alla testa dei Fancazzisti a strisce bianche e azzurre, il presidente De Bernardis molto spiritoso alla premiazione, papy-Zua molto grintoso, già in assetto per l’Italiano. Spero di non aver dimenticato nessuno.
Regate tiratissime; il campo è stupendo. Bordo mai obbligato; aria da uno-al-centro/uno-sopra a due alle cinghie e lascare.
Alla fine la spunta Piazza che fa un po’ il cannibale, vincendone 3 su 5. Non è più veloce degli altri ma da’ sempre una zampatina al momento buono. Giuliano lo regge fino alla quarta prova quando se la può ancora giocare, ma tutto si risolve con un interno millimetrico in boa alla fine dell’ultima poppa. Io la spunto per il terzo su Zua solo all’ultima bolina sparando un bordo-Piazza (una volta si diceva alla Salata…).
I primi quattro sono stabili come da classifica, con qualche inserimento degli equipaggi marito-moglie Emer, Palloro, i Pisetta.
Non ho neanche fatto la coda per tornare a Milano. E l’anno prossimo si ripete (speriamo).
alberto schiaffino
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