Io donna in una barca di uomini
- Scritto il 04 Maggio 2015 da Isolaria Pacifico in Sailing Analytics
Come fare digerire ai velisti di bordo che una donna possa sapere andare in barca.
Maglietta rosa, bermuda bianchi,
zainetto. Ballerine bianche, di gomma. Quando le guardi le scarpe fa un
sorrisetto timido. Sfila le ballerine, sale a bordo e si guarda intorno
curiosa e un po' perplessa: le maniglie, i winch, le scotte e le drizze
ancora a riposo.
Non conosce nessuno dell'equipaggio...
Profuma di crema solare.
Ti presenti, le stringi la mano e le dai
il benvenuto. Cerchi di metterla a suo agio. Non l'hai mai vista prima,
devono averla imbarcata all'ultimo momento. La preda.
Le spieghi che state preparando la
barca. Le indichi, in pozzetto, l'angolino della panchetta vicino al
tambuccio. Le dici: «Siediti qui tranquilla e non aver paura, ti dirò io
quando devi spostarti».
Lei ti sorride, dolcissima. Poi ti
guarda intensamente attraverso le lenti polarizzate e risponde: «Grazie,
mi siedo qui a controllare le istruzioni di regata. Tranquillo. Tu
intanto comincia ad armare il runner che fra mezz'ora entra vento».
Tu hai il piede marino, di sicuro, ma sei partito con quello sbagliato.
Utili segreti
Ora ti rivelo un segreto: le ballerine
sono orrende. Intendo, le scarpe. Però le ballerine di gomma, quelle che
vendono in centro a cento euro o dai cinesi a cinque, sono comodissime
in porto. Scivolano meno delle infradito, ci si può fare la doccia e
all'occorrenza si possono anche usare in barca. E in borsa sono meno
pesanti e ingombranti delle vostre scarpacce stringate.
E ti rivelo un altro segreto: i tattici
non sono tutti energumeni dal forte accento sloveno, che si presentano
in barca con piglio autoritario marchiati con tutti i nomi delle barche e
delle regate di Mediterraneo e oltre.
E ancora: esistono donne che sembrano femmine a tutti gli effetti e che però
sanno
andare
in
barca.
Lo so, questa rivelazione è un po' estrema per te.
Come in un film
Qualche decina di minuti dopo, sei
ancora così confuso che quando vedi lei sussurrare ripetutamente una
parolina al timoniere e poi di scatto voltarsi di lato e cominciare a
gridare, credi di essere finito in un remake marino di Harry ti presento
Sally.
Invece mancano venti secondi dalla
partenza e lei stava facendo orzare la barca per buttar fuori linea un
avversario sopravento. Sei così sotto choc che non hai sentito scandire
il tempo e ti sei dimenticato di darle le lunghezze.
Ancora non ti raccapezzi. Una femmina. Pazzesco.
Tranquillo. Devi solo stare tranquillo.
Smetti di correre a sistemare il grembiale anche quando non serve.
Muoviti piano, il meno possibile. Magari riesci a non farti notare.
Magari se riesci chiama qualche raffica, ma se non le vedi non importa.
Lei lo sa
Lei lo sa.
Ci è abituata.
Vi farà fare manovre semplici, al primo
giro di boa, per farvi ritrovare la calma. Non farà scelte azzardate
nella prima bolina perché sa che siete un po' agitati. Perché sa che non
vi fidate di lei. Vi ha colti di sorpresa. L'ha fatto per non farvi
preoccupare anzitempo, ma anche perché la diverte. Come la diverte
cogliere di sorpresa gli avversari, messa lì a poppa a guardare il mare
con la sua maglietta rosa, la preda, salvo poi trasformarsi in iena al
primo incrocio mure a dritta.
Inizialmente parla poco, per non farsi sentire dalle altre barche.
Ma anche per far parlare poco pure voi.
Sa che presto comincerete a darle consigli sulla rotta e le virate. È
abituata a sentirvi brontolare in falchetta (ehi, siete sopravento) per
ogni scelta. Sa che non deve farvi sbagliare, perché darete la colpa a
lei. Sa che quando vi chiamerà «pronti a strambare» lo farà un po' in
anticipo, perché deve calcolare gli sbuffi e la svogliatezza con cui
reagirete.
Ma sa che piano piano, se la regata
andrà bene, ricomincerete a divertirvi e vi dimenticherete che c'è a
bordo una femmina di cui però - pazzesco - non dovete necessariamente
occuparvi.
Sa che dopo la regata, a cena o in
porto, in sua presenza parlerete solo e solo e solo di vela perché non
sapete se trattarla come un compagno di spogliatoio o come un pubblico
con cui pavoneggiarvi.
E che la considererete sempre qualcosa
di speciale e che alla prima vittoria un po' importante finirete per
portarla in trionfo come se vi avesse fatto vincere la Sidney Hobart.
Consigli per i velisti
Siccome mi dispiace che tu ci sia rimasto male, adesso ti dò qualche consiglio:
a) C'è sempre qualcuno che a fine regata
le dice: «Però, sei brava... per essere una donna». Ecco, fa' in modo
di non essere tu.
b) Dillo anche agli altri: una delle sue
più forti convinzioni tecniche è che un mezzo flacone di deodorante -
anche condiviso tra tutto l'equipaggio - possa non sconvolgere
drammaticamente l'assetto dei pesi in barca.
c) Le ballerine di gomma sono disponibili fino al nr 45. Ma ok, ok, forse non è il caso, continua pure con le infradito.
d) C'è una cosa che puoi dire, ma solo
se riesci ad azzeccare il tono giusto e se siete assolutamente soli
sottocoperta mentre lei sta ricontrollando tutte le vele di prua:
«Aspetta, ti aiuto».
e) C'è una cosa che puoi fare, per
recuperare. Invitala a fare una gita in barca. Senza ballerine. Se
accetta, vedrai che si rilassa. E pure tu.
Nessun commento:
Posta un commento