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giovedì 13 settembre 2007

Mercoledi 12 settembre .... visto da Francesco Baruchelli

Francesco ha comprato la beccaccia di Oscar, e con molta passione ha cominciato a seguire le nostre regatine. Nilo, ex allievo "2006" assieme alla moglie Giusy, ha anche lui acquistato un beccaccino e da alcune settimane si è fatto prendere dal nostro gioco...da qui nasce questo racconto che vede un match race tra due new entry....che vanno ad incrementare la flotta dei Fancazzisti....
Ciao Vittorio,
questa mattina mi sono impiantato in un lavoro che non vuole saperne di riuscirmi, così visto che sul tuo blog non ho visto ancora niente mi sono messo a scrivere io un commento alle regate di ieri. Solo non sono sicuro che Nilo sia veramente Nilo e non qualcun altro. Uno diquesti mercoledì convinco mio figlio che per una sera può anche non vedermi e mi fermo a cena, cosi' magari conosco un po' di gente...Siete abituati a leggere i commenti alle regatine fatti da chi le vince o quasi e così vi perdete le pagine di storia della vela che si scrivono sul lago mentre voi ci state aspettando impazienti di partire di nuovo o siete già sotto la doccia. Non ho la minima idea di chi abbia vinto ieri visto che i primi erano troppo lontani, ma ecco la cronaca di due regatine che per me sono state una specie di match race con Nilo. Mentre armo la barca sono abbastanza fiducioso. Questa volta il mio prodiere non è Michele, un surfista prestato alla vela, ma Andrea, uno con la patente oltre le 12 miglia che mi promette il risultatone se solo riuscirò a mettere in pratica la sua tattica.E infatti le cose cominciano bene: alla partenza non sono ultimo, ma ben penultimo (anche se non so se sia stato per merito del tattico o perché questa volta c'erano meno barche e non sono stato lontano dalla linea come faccio di solito per paura di sbattere contro qualcuno). Poi tutti vanno verso destra, ma Andrea ha fiutato vento a sinistra e io obbedisco. Quando vedo che la prua di Nilo è più o meno all'altezza della mia, ma che la sua barca è parecchio più vicina alla boa comincio a pensare che forse non abbiamo fatto la scelta migliore, ma non ci sono versi, il tattico mi dice di tirare sempre dritto, tanto da farmi pensare che avesse un appuntamento a Calceranica. Alla fine viriamo, passiamo dietro la poppa di Nilo (un bel po' dietro…) e con qualche bordo di troppo arriviamo finalmente all'ossigenatore. Ci giriamo intorno e tutto sembra andare per il verso giusto, solo che mentre esce il tangone il fiocco decide che vuole farsi un giretto attorno allo strallo. Andrea è occupato con il tangone quindi decido di cazzare un po' io la scotta del fiocco, ma ho anche la ghinda in mano e cosa posso fare? Qui arriva il vero colpo di genio: mollo il timone, la prolunga finisce in acqua e inizio un 360 non esattamente voluto che ci porta mooolto vicino all'ossigenatore. Ah, giusto per non farci mancare niente, sta specie di balena era pure in funzione e ci siamo gustati una bella doccia. La poppa invece fila via liscia e recuperiamo pure un bel po'arrivando alla linea di partenza abbastanza vicini a Nilo, solo che ci capiamo male e tocchiamo la boetta bianca, subito notati dal pirata che comincia a urlare numeri strani neanche stesse giocando alla morra (3? 60? Ma come facciamo a giocare se non gli vedo le mani?). Lo ignoro (dopotutto quasi 20 anni fa io ho fatto un corso alla Velica con Andrea Piazza come maestro…) e continuiamo. Alla boa Nilo è poco lontano e durante la poppa non capisco bene cosa succeda, ma ci ritroviamo con un buon vantaggio e decidiamo di fare i signori e facciamo il nostro 360 prima di tagliare il traguardo da penultimi. A questo punto siamo pronti per la seconda prova, preparati a un garone, perché se con una penalità e una pausa per la doccia siamo riusciti a non arrivare ultimi, figurati dove arriviamo senza capelade. In più il tattico mi dice che adesso conosce il campo di regata e ha elaborato una strategia vincente. L'ordine che mi dà è questo: arriva più veloce che puoi mure a dritta sulla boa a destra.Il risultato è un pelino diverso: mi ritrovo mure a sinistra, lentissimo, sull'altra boa. Per di più mi ritrovo ancora Nilo in mezzo e mi tocca virare. In pratica seguiamo tutta la linea di partenza da una boa all'altra, rischiando pure di toccarla un'altra volta, mentre Nilo parte tranquillo e arriva all'ossigenatore con un buon vantaggio. Nella poppa finalmente Andrea si guadagna la paga facendomi andare a trovare più vento di Nilo e portandomi quasi a raggiungerlo e a arrivare ultimi solo per qualche centimetro. Peccato si faccia un giro solo perché altrimenti non ce ne sarebbe stato più per nessuno…ciao, Francesco

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