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lunedì 1 settembre 2014

Considerazioni di Antonio Bari sull'Europeo polacco


Zibi viene dal marketing, e si è visto: per l'europeo 2014, assegnato alla Polonia, ha raccolto un pool di sponsor di tutto rispetto che gli hanno garantito la tranquillità economica, ha scelto una località facilmente raggiungibile, Kamien Pomorski,....
che garantiva vento e una ottima logistica, e ha saputo coinvolgere una cittadina intera con manifestazioni, concerti, premiazioni pubbliche alla fine di ogni giornata... con il sindaco onnipresente ed entusiasta. In più un sito web sempre aggiornato, la televisione che ha coperto la manifestazione, due eccellenti fotografi che hanno saputo cogliere l'essenza delle regate. Insomma, contrariamente a quanto avviene di solito, la regata non è stata un evento chiuso tra le quattro mura di un circolo velico, ma si è aperta al mondo esterno.

Il campo di regata era posizionato a nord della cittadina, in una piccola laguna poco più grande delle dimensioni del triangolo. Una ventina di minuti erano necessari per raggiungerlo, anche meno quando il vento ha soffiato sopra i 20 nodi e la planata era garantita. A Kamien non si surfa: non ci sono onde degne di questo nome e la planata si fa solo spinti dal vento. Uscendo per disputare la prima prova, Alessandro mi ha confessato di non essere mai andato così veloce in barca. E posso crederci: planare per venti minuti senza mai smettere per un solo istante non è cosa frequente, almeno nelle località in cui facciamo regate in Italia. Il vento, invece, lassù c'è sempre: le statistiche dicono che soffia per 360 giorni all'anno. Magari non così forte, ma soffia.

Il vento è sempre stato di gradiente: con le temperature e il meteo che abbiamo incontrato parlare di "termica" è un po' azzardato. Direzione media 210°. "Media" perché a dispetto di quanto si potesse pensare, vista l'assenza di rilievi e con coste basse e la vicinanza del Baltico, la direzione era piuttosto variabile. Frequenti le rotazioni, anche di 20 o 30°, perlopiù a destra. Ma non sempre la destra, come si potrebbe pensare, è stata il lato favorito. Oltre alla bussola era necessario guardare le raffiche, di solito molto più forti del vento di base, e che talvolta erano sul lato sinistro del campo. Le raffiche erano di solito in concomitanza con il sole e dato che sereno e nuvole si alternavano molto velocemente, scegliere il bordo giusto sia di bolina che di poppa non è mai stato facile.  Io, spesso, ho sbagliato completamente la strategia perché non mi sono guardato intorno abbastanza per vedere cosa stava succedendo.

La conduzione della barca è stata un po' particolare. Le onde, cortissime e ripide per il fondale di non più di 4 metri e un fetch paragonabile a quello di Caldonazzo, hanno imposto di tenere il peso un po' arretrato e tenere il fiocco potente, un po' lasco, per riuscire a passarle senza piantarsi, le continue raffiche hanno costretto a lavorare tanto con il vang e la scotta per tenere la barca piatta . Ovviamente siamo stati alle cinghie di bolina per nove prove e solo l'ultimo giorno abbiamo tirato un po' il fiato per qualche minuto.
Anche di poppa abbiamo dovuto adattare il nostro consueto modo di portare la barca. Niente onde, niente surf, ma solo velocità; a volte si andava più veloci delle corte onde della laguna ed era facile piantarsi in quella che si stava raggiungendo. Per cui peso indietro e molta attenzione ad orzare per scavalcare la cresta prima di finirci dentro.

Il prossimo europeo sarà in Spagna, a Santiago de la Ribeira, vicino a Murcia. Sempre una laguna interna, sempre poca onda, sempre zero corrente. Ma vento massimo di 15 nodi e un clima completamente differente. E un'organizzazione, quella spagnola, che farà a gara per essere ancora migliore di quella polacca.

1 commento:

ujn ha detto...

mettete una foto più recente del Bari!!! ;)