Rientro nella discussione, questa volta non come membro del Board of Governors della SCIRA, ma come socio della classe dal 1977...
Spero che sia ormai chiaro a tutti quali siano i fondamenti normativi per cui è richiesto il pagamento della quota alla classe per l’attività svolta con lo snipe. Premetto che a livello di Assemblea dei Capitani di Flotta della SCIRA le critiche non coinvolgono solamente l’attività dei fancazzisti, ma anche il mancato tesseramento di persone che effettuano regate, anche se solo limitatamente a quelle organizzate dal proprio circolo, anche se una sola volta all’anno.
Per cui chi continua a tirare fuori il discorso non ce l’ha solo con i fancazzisti, ma con tutti quelli che non pagano… Quello che però mi preme affrontare qui è il discorso della promozione, giusta bandiera sotto la cui egida si svolge tutta la Fancup.
La classe sia a livello nazionale che internazionale sostiene azioni volte a promuovere lo snipe: si va dal pagamento di allenatori esperti per migliorare il livello tecnico ai contributi per l’acquisto di imbarcazioni, dalla pubblicazione di articoli sulle riviste specializzate alle varie pagine su Facebook o sui canali youtube, dai siti internet ai blog, per finire con il tesseramento gratuito dei soci fino a 21 anni. Tutto questo con lo scopo di diffondere maggiormente la barca e aumentare il numero dei soci, posto che questo è il fine di ogni associazione. Più soci ha la SCIRA più peso ha all’interno dell’ISAF, più soci ha la classe Snipe Italia e più peso ha all’interno della FIV, più soci ha la flotta Punta Indiani e più peso ha all’interno della Classe Snipe Italia, con conseguente maggior facilità ad avere regate importanti o, magari, ad avere contributi per l’acquisto di barche prima di altre flotte che dispongono di numeri più esigui.
Uno dei sistemi più in uso per la promozione è quello degli snipe days in cui i soci mettono a disposizione il proprio tempo e le proprie barche per far avvicinare allo snipe persone che hanno appena iniziato a navigare o regatanti che vogliono cambiare classe. Gli snipe days, anche se poco pubblicizzati, sono diffusi in tutto il mondo e in Italia sono abbastanza comuni in IV zona dove hanno dato risultati discreti con nuovi soci che si sono iscritti e hanno iniziato a regatare.
Da noi si è andati oltre e grazie a Vittorio la promozione dello snipe è diventata un fatto organizzato, che coinvolge ogni anno decine di persone e avvicina allo snipe allievi dei corsi di vela e della patente nautica. Il successo è stato così grande che per ben due volte Vittorio e i Fancazzisti hanno vinto il premio Snipista dell’anno messo in palio dalla Classe Snipe Italia ed hanno sempre ottenuto spazio sia sul sito della classe che su Snipe Today, vetrina mondiale dello snipe.
Il motto “Più siamo più ci divertiamo” è sempre stato centrato in pieno, tanto che anche quest’anno sono stati 36 i timonieri che hanno iscritto il loro nome in classifica, magari partecipando ad una sola giornata della Fancup, ma provando lo snipe e apprezzando le sue doti e forse, un giorno, qualcuno di loro farà qualche regata anche all’infuori della Fancup.
Questo travaso però non c’è da un po’. La Flotta, che dovrebbe beneficiare di tutta questa attività promozionale, sta progressivamente scemando. I nomi nuovi sono rari e a fronte di chi decide di non re-iscriversi più il ricambio è insufficiente. L’attività agonistica sia interna che esterna alla Velica è ridotta al lumicino e chi varca il cancello per recarsi fuori dal lago di Caldonazzo con il suo snipe è ormai merce rara… E non mi riferisco a 10-15 anni fa, quando la Flotta era in grado di piazzare 3-4 equipaggi tra i primi dieci dell’italiano, ma molto più modestamente agli anni più recenti in cui sono più le barche sulla linea di partenza della Fancup che su quella del Tridente d’Oro.
Forse quello agonistico e della regata “ufficiale” non è l’aspetto principale per chi organizza e per chi partecipa alla Fancup e questo è del tutto legittimo. E’ una scelta di obiettivi. La macchina si autoalimenta e si autoreferenzia ed è in grado di andare avanti alla grande, usando lo snipe come mezzo e non come fine. Fa promozione, ma per sé stessa e non per lo snipe.
E anche questo è del tutto legittimo. Non sarò certo io a criticare questa impostazione: più gente va in barca meglio è. La regata non è il fine ultimo della vita e se uno si diverte andando a spasso per il lago o facendo la regatina del mercoledì con gli amici va benissimo. Però chiamiamo il tutto per quello che è e accettiamo serenamente le critiche di chi ci fa notare che la promozione della Classe si fa anche seguendo le sue regole.
Antonio
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